Presentazione volume “Dal Lago Maggiore a Milano”

Nell’estate 2002 , abbiamo avuto l’onore di fare la conoscenza del professore Francesco Ogliari, ideatore e fondatore del Museo dei trasporti di Ranco, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’ U.N.E.S.C.O., il quale aveva appena dato alle stampe il suddetto libro.

Questo volume tratta la storia in generale dei trasporti, come si può dedurre dal titolo, ma in particolare un capitolo il principale,parla di un progetto ideato da Carlo Cattaneo, sì quello delle 5 Giornate di Milano , che consisteva nel realizzare un tratto di ferrovia trainata da cavalli, da Tornavento a Sesto Calende, superando le famose “rabbie” del Fiume Azzurro, che data la forte pendenza erano molto pericolose e disagevoli, in caso di normalità: ma che si trasformavano in un ostacolo insuperabile in caso di piena o di siccità, arrecando un danno economico non indifferente a tutto il commercio che allora si svolgeva per via fluviale.

Trattandosi di un argomento così attinente il “Nostro Fiume “, non abbiamo potuto esimerci dall’ organizzare a Lonate Pozzolo la presentazione del  libro.

Il Professor Ogliari , nel contempo nominato  “Cavaliere ad Honorem “ed  il dottor Gaspare Cilluffo, coautore, il 12 Ottobre 2002, presenziarono alla serata, organizzata in collaborazione con l’assessore alla Cultura di Lonate Pozzolo, arch Giampaolo Livetti, nella sala polivalente del Monastero S. Michele.

Fu presentata anche la “Mostra dell’Ipposidra”, con i reperti  fotografici ed i  manoscritti originali che erano serviti per la stesura del capitolo, messi gentilmente a disposizione dal proprietario il C.F.A. Ambrogio Milani.

La serata non poteva riuscire in maniera migliore.

La nostra soddisfazione ha avuto un proseguo inaspettato: le autorità locali ed il Parco Lombardo del Ticino, ci hanno aiutato nel realizzare il percorso “dell’ Ipossidra”.

Ma questa è un’altra storia.

Il Progetto

Iniziato materialmente nel 1857 fu terminato  nel 1858. Il servizio ebbe il suo epilogo esattamente il 13 Ottobre di quell’ anno. Nel luogo dove attualmente esiste la centrale idroelettrica,a Cassinetta di Tornavento, v’era  una darsena  con relativi edifici adibiti a uffici, stalle e magazzini, dove i barconi, provenienti da Milano, tratti dal Naviglio Grande  venivano issati ancora in acqua su carri ferroviari, dopodiché tramite cavalli e aiutati da un argano, erano trainati in salita fino al piano della brughiera, giungendo nei pressi della Cava Maggia. Da lì proseguivano dolcemente  sul tratto pianeggiante fino a Somma Lombardo.

Alla periferia di Somma, iniziava la prima discesa. I carri scendevano la costa guidati da uomini che frenavano, i cavalli venivano issati  a bordo , giungendo al ponte dello Strona, costruito appositamente . Qui nei caseggiati tuttora esistenti c’erano le stalle con i  cavalli di cambio. Il viaggio proseguiva nella campagna fino a Golasecca, dove in Località Gruppetti, incominciava la seconda discesa. Lunga 400 metri questa era più impegnativa, con pendenza  del 122,50%. Qui il carro veniva agganciato ad un cavo d’acciaio di 850 metri, i cavalli nuovamente issati sul carro e mentre lo stesso scendeva frenando,trascinava verso l’alto, sul binario parallelo, un carro vuoto equipaggiato con adeguata zavorra.

In Località Mulini di mezzo, detti della Resica, per via di una segheria che funzionava con le acque del rio Oneda, i carri con le barche arrivavano su un terrapieno a venti metri di altezza dall’ acqua, di fianco alla stazione. Una piattaforma-ascensore lunga trenta metri munita di contrappesi, mossa da una ruota ad acqua, faceva scendere in Ticino il carro con la barca. La barca veniva liberata del sottostante carro e trainata con cavalli sino alla” piarda “di  Sesto Calende.

Il tempo impiegato per la risalita del fiume era così di quattro ore per una percorrenza di 17 Km., mentre la risalita controcorrente di una/due settimane per 26 Km.

Nonostante questa realizzazione, alcuni anni più tardi entrò in funzione la ferrovia Sesto Calende -Milano e così la società dell’Ipposidra fallì e pian piano scomparvero anche i manufatti.

Fonte: “Dal Lago Maggiore a Milano – La “ferrovia di Barche” e i trasporti su acqua nel secolo XIX – Di F. Ogliari e G. Cilluffo Ed. Selecta Pavia.